una classe...speciale

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martedì 8 giugno 2010

elenco domande definitivo

SPERIMENTAZIONE COMPETENZE CLASSE 1E A.S. 2009/2010

COME STA LA DEMOCRAZIA IN ITALIA?

INTERVISTA COLLETTIVA AL GIORNALISTA REMO GASPERINI

(vicecaposervizio de “Il Messaggero”)

ITIS A. VOLTA PERUGIA 8 GIUGNO 2010

QUALITA’ DELL’INFORMAZIONE COME GARANZIA DI FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DEMOCRATICO

  1. Come giudica il grado di libertà dell'informazione in Italia?

  1. Che cosa ne pensa delle norme di discussione sulle sanzioni destinate a giornalisti ed editori che pubblicano i contenuti delle intercettazioni?

  1. Che cosa ne pensa delle norme in discussione sull'utilizzo delle intercettazioni come strumento di indagine?

  1. Quanto è influente l'editore sul suo lavoro di giornalista?

  1. Quando la privacy è un limite per il diritto di cronaca?

I MALI DELLA POLITICA E IL LORO EFFETTO SUL PAESE E SUI CITTADINI

  1. A suo parere quanto è grave il fenomeno della corruzione/concussione nella gestione della cosa pubblica in Italia? Che cosa si può fare per ridurre il fenomeno della corruzione?

  1. In che modo pensa che i casi di corruzione che interessano cariche più o meno alte dello stato influiscano sulla fiducia dei cittadini comuni nella politica?

  1. Corruzione, concussione, voto di scambio...; quanto possono aver contribuito a determinare il livello preoccupante di astensionismo rilevato alle ultime elezioni?

  1. Come risente di questi problemi l’immagine del nostro paese all’estero? E’ vero che sono percepiti come problemi “tipicamente italiani”?

  1. Cosa potrebbe essere fatto per contrastare il voto di scambio?

POLITICA, DEMOCRAZIA E SITUAZIONE ECONOMICA

  1. In che modo la politica potrebbe aver contribuito a provocare la crisi economica?

  1. In che modo la politica potrebbe contrastare la crisi economica in corso?

  1. Il grave problema dell’evasione fiscale potrebbe arrecare danni allo stesso sistema democratico?

  1. L’alternanza di governo tra sinistra e destra in Italia è un fatto positivo per la tenuta della democrazia oppure negativo in quanto portatore di discontinuità d’azione politica?

  1. Secondo lei la democrazia in Italia potrebbe essere davvero a rischio?

lunedì 24 maggio 2010

domande

Giornalista

1. Per quale testata lavora?

2. Di quali articoli si occupa?

3. Quali sono i requisiti per fare il giornalista?

Politico

1. Che cosa faresti per cambiare il mondo?

2. Quali sono le doti di un politico?

3. Che cosa le a permesso di arrivare fin qui?

Vincenti Angelo, Selene Gaiba

POLITICO

1) La corruzione in politica, che impressionen può avere sulla povera gente che lavora e paga le tasse onestamente?

2) Pensa che il problema della corruzione o quello della concussione possano far crollare la democrazia? cioè.... come si pensa di andare avanti se non c'è giustizia?

3)Com' è possibile ai giorni nostri con tutti i controlli che ci sono, che ancora esistono delle persone che riescono ad evadere il fisco?

GIORNALISTA

1) Lei che opinione ha di quella gente che "vendendosi", rifiuta o ignora completamente la costituzione italiana, e impedisce l'attuazione della giustizia in cambio delle famose "mazzette"?

2)Lei cosa pensa di questi 2 problemi (corruzione e concussione)? e come possono influenzare la nostra democrazia?

3)Come interpreta il problema dei voti di scambio?

Antonini-Esposito

DOMANDE

POLITICO

1)Secondo lei la democrazia in Italia è in pericolo?

2)La crisi può influenzare la democrazia in italia?

3)La corruzione è in pericolo nel nostro paese?

GIORNALISTA

1)Secondo lei l’informazione è in pericolo?

2)Da che parte si allea sull’argomento della corruzione?

3)Di che cronaca si occupa?

by falchi

il santa ai regionali...con un gol del cruzzy e uno del sody su rigoreeeee...olèèèèèèèèèèèèè...

DOMANDE SULLO STATO DELLA DEMOCRAZIA ITALIANA

Giornalista:

  • - Sono diffusi i voti di scambio e la corruzione in generale in Italia?
  • - Secondo lei la nostra democrazia è in pericolo?
  • - Pensa che in Italia l’informazione sia libera?

Politico:

  • Com’è lo stato di salute della nostra Democrazia?
  • Secondo lei la corruzione è molto diffusa nel nostro paese?
  • Secondo lei la nostra democrazia è in pericolo?
GIORNALISTA
Di che cronache ti occupi?
Che esperienze ai avuto?
Gli capita di prendere delle notizie su internet?

POLITICO
Come hai fatto a diventare un politico?
Che cosa cambieresti nel mondo?
quanto e come la politica influisce sulla crisi?

paoloni

Domande al politico

Domande al giornalista

- La nostra democrazia è in pericolo?

- Come sta la nostra democrazia?

- Secondo lei la corruzione è molto diffusa nel nostro paese?

- Come interpreta il problema dei voti di scambio?

- Come interpreta questo fenomeno?

- Secondo lei questo fenomeno danneggia la democrazia?

Tassi, Mosconi

Domande al politico

Domande al giornalista

- La nostra democrazia è in pericolo?

- Come sta la nostra democrazia?

- Secondo lei la corruzione è molto diffusa nel nostro paese?

- Come interpreta il problema dei voti di scambio?

- Come interpreta questo fenomeno?

- Secondo lei questo fenomeno danneggia la democrazia?

Tassi, Mosconi

Politico

  1. é molto diffusa la corruzione nell’ ambito della politica?
  2. Sono vere le cose che dicono di voi gli italiani di voi, oppure sono solo invidiosi?
  3. Vi interessa l’ Italia o lo fate solo per soldi?

Giornalista

  1. Qual è l’ argomento più trattato dai giornali?
  2. Dite mai bugie sui giornali?
  3. è molto diffusa la corruzione in Italia?

domande falchi simoncini..

Politico

1. Che cosa ne pensa della democrazia in Italia?

2. Come valuta il problema della corruzione in Italia?

3. Secondo lei questo problema può danneggiare la democrazia?

Giornalista

1. Lei è un giornalista di parte o imparziale?

2. Come si schiera sull’argomento delle intercettazioni?

3. Di che cronache parla?

politico:
1)come funziona nel parlamento italiano?
2)secondo lei la democrazia è a rischio?
3)è mai stato coinvolto in casi di corruzione?
giornalista:
1)quanti politici evadono il fisco?
2)che cosa ne pensa sulla legge che limita la libertà di stampa?
3)quante ore lavora un giornalista per pubblicare un articolo?

Domande sullo stato della democrazia italiana

giornalista

· Pensa che oggi in Italia l’informazione è veramente libera o solo apparente?

· Cosa pensa di questi politici che si fanno “corrompere”? E cosa,secondo lei,la gente può pensare?

· La nuova legge che è stata presentata in Parlamento sulle intercettazioni,Pensa che avrà gravi ripercussioni sulla democrazia?

politico

· Pensa che ormai,il sistema democratico italiano sia irreparabilmente corrotto?

· Pensa che i casi di corruzione che interessano cariche dello stato influiscano sulla fiducia dei cittadini nella politica?

· Cosa si può fare per risolvere questo problema in breve tempo?

Domande sullo stato della democrazia italiana

giornalista

· Pensa che oggi in Italia l’informazione è veramente libera o solo apparente?

· Cosa pensa di questi politici che si fanno “corrompere”? E cosa,secondo lei,la gente può pensare?

· La nuova legge che è stata presentata in Parlamento sulle intercettazioni,Pensa che avrà gravi ripercussioni sulla democrazia?

politico

· Pensa che ormai,il sistema democratico italiano sia irreparabilmente corrotto?

· Pensa che i casi di corruzione che interessano cariche dello stato influiscano sulla fiducia dei cittadini nella politica?

· Cosa si può fare per risolvere questo problema in breve tempo?

3 quesiti per un politico:

  • Perché lei è voluto diventare politico ?
  • Quando ha iniziato di interessarsi di politica ?
  • Cosa mi può dire di questa nuova legge?

3 quesiti per un giornalista

  • Quale è stata la motivazione che la spinta a scegliere questo lavoro ?
  • Si ricorda di cosa si trattava il suo primo articolo ?
  • E’ difficile il suo lavoro ?

Ambrosi & Sudol

Domande al politico

Domande al giornalista

- La nostra democrazia è in pericolo?

- Come sta la nostra democrazia?

- Secondo lei la corruzione è molto diffusa nel nostro paese?

- Come interpreta il problema dei voti di scambio?

- Come interpreta questo fenomeno?

- Secondo lei questo fenomeno danneggia la democrazia?

Tassi, Mosconi

venerdì 21 maggio 2010

domande di Pepo & Momy

politico:
1) c'è continuità d'azione politica in italia? se sì quanto?
2)quanto e come la politica influisce sulla crisi?

3)i tempi della politica riescono a stare dietro ai repentini cambiamenti della società?

4) Ci sono idee o provvedimenti futuri per combattere i voti di scambio?

giornalista:

1) quanto la proprietà influisce sul suo lavoro di giornalista?

2)vi capita di prendere notizie da internet?

3)è mai capitato di pubblicare una bufala?

4) Quanto la privacy è un limite per il diritto di cronaca?

5) pensa che le misure prese per la protezione del diritto alla privacy siano esagerate, o abbiano secondi fini?

giovedì 20 maggio 2010

appalti,ARrestati piscicelli e cerruti

il gp:”emerge un sistema di corruzione consolidato e collaudato che si annida all’interno della presidenza del consiglio”

Nell'inchiesta sugli appalti per i grandi eventi, spuntano fuori nuovi (o vecchi) nomi. Nella notte sono stati arrestati l'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli, già indagato per corruzione, e l'avvocato romano Guido Cerruti. Il gip di Firenze, Rosario Lupo ha notificato altri provvedimenti in carcere all'ex presidente del Consiglio dei Lavori

Pubblici, Angelo Balducci e all'ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis, arrestati il 10 febbraio scorso insieme al funzionario pubblico Mauro Della Giovampaola e all'imprenditore Diego Anemone.

La Scuola Marescialli - Gli arresti di Cerruti e Piscicelli rientrano nel filone fiorentino dell'inchiesta, quello che riguarda l'appalto per la Scuola Marescialli dei carabinieri di Castello. La gara venne vinta nel 2001 dalla Baldassini-Tognozzi-Pontello di Riccardo Fusi che ha lasciato l'incarico di presidente nei giorni scorsi, ma nel 2006 l'appalto le fu riassegnato all'Astaldi dopo un contenzioso sull'indice di sismicità. Ricorso a un lodo arbitrale, la Btp attende un risarcimeto di 34 milioni di euro dallo Stato. Intanto anche il contratto con l'Astaldi è stato interrotto.

Secondo l'accusa, la nomina di De Santis a provveditore delle opere pubbliche della Toscana sarebbe stata funzionale agli interessi di Fusi sull'appalto. Ed è grazie a Piscicelli, che in cambio avrebbe chiesto soldi e la partecipazione con Btp per gli appalti, che Fusi entra in contatto con Balducci e De Santis.
Progetto Nuovi Uffizi - L'avvocato Guido Cerruti, amico di De Santis e legale di Fusi, compare a più riprese nelle intercettazioni telefoniche e risulta coinvolto non solo nell'appalto per la nuova Scuola Marescialli dei carabinieri, ma anche nei lavori di ampliamento della Galleria degli Uffizi, il cosiddetto "Progetto dei Nuovi Uffizi". Per i pm fiorentini Giulio Monferini e Giuseppina Mione la «rete di rapporti interpersonali» di alcuni indagati «si colloca in un articolato contesto di relazioni che si interfaccia con l'affidamento degli incarichi legali e tecnici nei contenziosi amministrativi in materia di appalti pubblici in cui parrebbe avere un anomalo ruolo di coordinamento l'avvocato romano Guido Cerruti».
L'ordinanza - "Questa è la storia di una serie di fatti corruttivi e quello che emerge è un sistema di corruttela consolidato e collaudato, esteso ed efficiente, che coinvolge alcune decine di persone, annidato al vertice statale, all’interno della struttura amministrativa della presidenza del Consiglio e, perciò stesso, altamente pericoloso". E’ quanto scrive il gip di Firenze nell’ordinanza di 347 pagine che accompagna le nuova misure cautelari emesse per le indagini relative alla scuola marescialli del capoluogo toscano.
L'ordinanza è stata notificata in carcere all’ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici, Angelo Balducci e a Fabio De Santis, ex funzionario della Ferratella diventato poi provveditore alle opere pubbliche della Toscana. Per entrambi l’accusa è di corruzione in concorso con l'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli e l’avvocato Guido Cerruti, entrambi arrestati (il secondo è ai domiciliari) sempre in esecuzione dell’ordinanza del gip. Angelo Balducci e Fabio De Santis, insieme al funzionario Mauro Della Giovampaola e all’imprenditore romano Diego Anemone, sono finiti in carcere lo scorso 10 febbraio nell’inchiesta sugli appalti per i grandi eventi.

05/03/2010 LIBERO

Debora Loletti

lunedì 17 maggio 2010

Appalti G8, i dubbi di Perugia Il gip conferma gli arresti: associazione a delinquere. Ma manca la prova di tangenti FRANCESCO GRIGNETTI PERUGIA La «cricca» di Balducci & soci, una consorteria di farabutti, merita di restare in carcere per i prossimi tre mesi. E non si dica che sono incensurati, «tenuto conto del carattere seriale e comunque protratto nel tempo delle gravi condotte illecite emerse». Il giudice Paolo Micheli si associa al suo collega di Firenze Rosario Lupo: quel che e' emerso dalle indagini sugli appalti legati ai Grandi Eventi e' uno scandalo di prima grandezza. E se anche non c'e' prova della CORRUZIONE da parte dell'ex magistrato Achille Toro, e' persino «sovrabbondante» la documentazione sulle rivelazioni del segreto da parte sua. Percio' tutti assieme - i quattro arrestati e i tanti indagati, Toro compreso - vanno ormai considerati un'associazione a delinquere dove ciascuno aveva il suo ruolo delinquenziale e il fine ultimo era la CORRUZIONE. A Perugia l'inchiesta sta muovendo i primi passi. S'attendeva quest'ordinanza del gip Micheli perche' confermasse o no che e' la procura di qui a dover procedere. Ora l'ordinanza c'e'. Anche se con molte cautele. Sul ruolo di Achille Toro, ad esempio: «In teoria, all'esito delle indagini, potrebbe emergere che gli sforzi dell'Azzopardi per trovare una sistemazione lavorativa a Toro Camillo, per quanto manifestazione di una volonta' corruttiva nei riguardi del padre di quest'ultimo, furono autonomi e indipendenti rispetto ai suoi rapporti con il Messina, il Balducci, o l'Anemone, e che costoro si rivolsero a lui per avvicinare il figlio del magistrato approfittando dei notori rapporti di frequentazione tra lo stesso Azzopardi e la famiglia Toro». Oppure anche sulla CORRUZIONE vera e propria di questi pubblici ufficiali. Il giudice sottolinea che manca ancora la pistola fumante; non c'e' prova di mazzette, salvo tanti imbarazzanti favori che legano imprenditori a funzionari pubblici. «In altre parole, anche a un ''quisque de populo'' verrebbe da pensare che un corrotto dinanzi a un corruttore che guadagna decine di milioni di euro si farebbe versare in un conto svizzero cifre a parecchi zeri piuttosto che vendere la propria funzione per l'uso di una macchina o di un telefonino». Insomma e' perplesso, il gip Micheli. Ma solo perche' in questa inchiesta giuntagli sul tavolo da Firenze di indizi ce ne sono tanti, ma di prove poche. E quindi invita ad andare avanti. Anche perche' ci sono fin troppi aspetti da chiarire. Si prenda la vicenda della macchina di Filippo Balducci, il figlio del dirigente. Dalle intercettazioni si evince che la Bmw X5 da 71 mila euro la regala l'imprenditore Diego Anemone. La difesa ha presentato pero' una fattura intestata a Balducci. Ma allora e' tutto un equivoco? Il giudice studia i documenti e si accorge di alcune anomalie: la fattura e' stata emessa il 28 gennaio 2010, eppure la macchina e' stata consegnata molto prima e da una concessionaria differente. Conclusioni del gip: «Percio', o la macchina rinvenuta dalla polizia giudiziaria e' un'altra, oppure si deve prendere atto della singolare coincidenza che la fattura ricordata risale esattamente al periodo in cui il Balducci seppe delle indagini in corso». E poi non c'e' da prendere sul serio certe forme di autodifesa di chi nega anche l'evidenza. Il funzionario Mauro Della Giovampaola ha negato di essere mai stato con prostitute pagate da Anemone a Venezia? Il gip considera «assolutamente consolidato» che il sesso fosse un «metodo di remunerazione».

Paoloni

28-02-2010, LASTAMPA, NAZIONALE

lista di anemoneil cav: "chi ha sbagliato paghi"

Berlusconi è furioso. Affranto. Preoccupato. Questa storia della lista di Anemone sta davvero mettendo a rischio il governo. Altro che divorzio, affaire D'addario o processo Mills. Questa è davvero una brutta gatta da pelare. E allora, via alle contromisure. Il Cav non intende farsi travolgere. E per farlo, sono necessari i distinguo. Chi ha commesso reati, è giusto che paghi. Niente storie.
"Nessuna impunità per chi ha sbagliato", ha tuonato il premier. Parole che pesano come pietre. Senza dimenticare il garantismo, però."E' inaccettabile che l’elenco dei clienti di una azienda venga presentato dai giornali come una lista di colpevoli. Se ci saranno uno, due, tre casi di comportamenti illegittimi saranno i magistrati ad accertarlo. E in questa ipotesi ci sarà severità di giudizio e di decisione nei confronti di chi fa politica ed ha responsabilità pubbliche. Nessuna indulgenza e impunità per chi ha sbagliato. Ma, per favore, basta con queste assurde isterie, con queste liste di proscrizione che gettano aprioristicamente ed indiscriminatamente fango su persone innocenti", ha spiegato il presidente del Consiglio.
Frattini - Parole che nella maggioranza sono apprezzate. Il ministro degli esteri Franco Frattini ringrazia il premier e rilancia: "I corrotti siano ineleggibili - ha detto il ministro, facendo riferimento a quella legge anti corrotti che da qualche mese è al vaglio del Parlamento - Ci vogliono nuove regole, che comprendano anche l'ineleggibilità per tutti coloro che sono stati condannati per reati connessi alle loro funzioni, e questo non riguarda solo i politici".
L'inchiesta resta a Perugia - E' di ieri la notizia che l'inchiesta sugli appalti G8 e "grandi eventi" rimarrà a Perugia. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame accogliendo in parte le richieste della Procura. I giudici, però, hanno respinto la richiesta dei pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi di emettere due ordinanze di custodia cautelare in carcere per il commercialista di Diego Anemone, Stefano Gazzani e per l’ex commissario ai mondiali di nuoto a Roma Claudio Rinaldi.
La lista Anemone - Non sarà una nuova tangentopoli, ma la cosiddetta “appaltopoli” già basta a far tremare il Pdl e spingere Berlusconi a usare le maniere forti coi suoi. Il premier, provato e irritato dal caso Scajola e dal continuo stillicidio di nomi sui quotidiani, dice addio al garantismo e annuncia la linea dura: chi ha sbagliato pagherà, lasciando il governo. Secondo quanto riferiscono fonti parlamentari del Pdl, il Cavaliere avrebbe criticato “chi nel partito ha mirato all’arricchimento personale senza concepire la politica come un bene al servizio dei cittadini”.
In una nota ufficiale Berlusconi ribadisce che "se ci saranno uno, due, tre casi di comportamenti illegittimi saranno i magistrati ad accertarlo. E in questa ipotesi ci sarà severità di giudizio e di decisione nei confronti di chi fa politica ed ha responsabilità pubbliche. Nessuna indulgenza e impunità per chi ha sbagliato. Ma, per favore, basta con queste assurde isterie, con queste liste di proscrizione che gettano aprioristicamente ed indiscriminatamente fango su persone innocenti".
Spuntano nuovi nomi nell'inchiesta della procura perugina sugli appalti .A parlare è l'imprenditore Diego Anemone, o meglio, il computer sequestrato nel 2009 dalla guardia di Finanza sul quale è stata ritrovata una lista di nomi, un elenco di oltre 350 tra politici, alti funzionari dello Stato e vertici delle forze di polizia che avrebbero usufruito dei lavori eseguiti dalle imprese del gruppo Anemone, con l'indicazione degli interventi effettuati in alcuni dei più importanti palazzi del potere e in diverse caserme. Nessuna traccia invece degli importi pagati per i servizi ottenuti dal gruppo.
Il documento, recuperato nel corso delle indagini sui Mondiali di nuoto a Roma, assume rilevanza investigativa solo oggi, alla luce degli ultimi riscontri ottenuti dagli investigatori sui fondi del "riciclatore" Angelo Zampolini utilizzati per coprire parte dell'acquisto di abitazioni di personaggi importanti. Non solo politici, ma anche cineasti e star dello spettacolo. Tra questi il regista Pupi Avati prontamente precisa: «Non ho mai ricevuto regali da Anemone». Sembra che Angelo Balducci si offrì di procurargli e fargli installare un montacarichi nella sua casa di Todi, cosa che avvenne nel 2002 o nel 2003 mentre il proprietario di casa era assente. Avati quindi non sa chi effettuò i lavori, ma assicura: «Ho pagato regolarmente» e «sono in grado di esibire (qualora mi venga richiesta) la matrice dell'assegno e il documento relativo». Buttata in pasto ai pettegolezzi anche la giornalista Mediaset Cesara Buonamici, che riguardo certi lavori che avrebbe commissionato ad Anemone, precisa "Sono affittuaria dell' appartamento in questione dal 2003. L' appartamento è di proprietà di un ente, pertanto i lavori di ristrutturazione non sono stati commissionati dalla sottoscritta, ma dall'Ente prima del mio ingresso".
Nicola Mancino
- A mettere subito i puntini sulle "i" è stato il presidente del Csm, Nicola Mancino: «Il signor Anemone non mi ha fatto alcun regalo. A seguito della mia nomina a ministro dell’Interno», risalente al '92, «vennero commissionati dal Sisde all’impresa del signor Diego Anemone lavori di messa in sicurezza dell’appartamento da me allora abitato, in locazione a Roma in corso Rinascimento 11. Si trattò essenzialmente della blindatura di porte e di finestre». Nel 2004-2005 (quando Mancino si trasferì in via Arno) «feci eseguire a mie spese modesti lavori di messa in opera di due librerie a muro e di un armadio, anch’esso a muro: fu naturale per me rivolgermi ad un’impresa che godeva della fiducia di istituzioni prestigiose, e perciò dava garanzie di affidabilità. Da me l’imprenditore Anemone non ha avuto alcun tipo di protezione né io ho avuto da lui alcuna "regalia" come si è scritto».

Siamo in una situazione per un verso paradossale per un altro verso gravissima: prima vengono offerti in pasto elenchi di nomi poi, chissà quando, verranno fatte le indagini

Guido Bertolaso - Il capo della Protezione civile aveva giocato d'anticipo la scorsa settimana convocando una conferenza stampa. E anche ieri ha precisato che "i lavori eseguiti dalle imprese di Diego Anemone nell'abitazione di Guido Bertolaso sono stati regolarmente pagati", così come i lavori svolti dalle ditte dell'imprenditore nelle sedi del Dipartimento di via Ulpiano e via Vitorchiano, sono stati fatti «in assoluta armonia con la normativa vigente e sulla base delle iniziative di competenza delle stazioni appaltanti".

La famiglia Claps - Nell'assurda lista spunta persino il nome Claps. Il cognome rimanda alla famiglia di Elisa, la ragazza scomparsa nel 1993 il cui corpo barbaramente assassinato è stato ritrovato nella cappella di una chiesa pochi mesi fa. "La famiglia Claps in questo momento ha bisogno di conoscere la verità sulla vicenda di Elisa e non può essere accostata a vicende e persone con le quali non ha nessun contatto" ha detto oggi alle agenzie Gildo Claps commentando la scritta "Claps, Potenza" trovata secondo quanto riferiscono alcuni giornali, in un documento del costruttore Diego Anemone.
Una lista di proscrizione - Sul caso interviene anche il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che definisce il documento di Anemone una lista di proscrizione: «Siamo in una situazione per un verso paradossale per un altro verso gravissima: prima vengono offerti in pasto elenchi di nomi poi, chissà quando, verranno fatte le indagini. Nel frattempo ogni nome è offerto al massacro mediatico, indipendentemente dalle ragioni per cui esso si trova nel computer di Anemone. Ovviamente il segreto istruttorio è praticamente annullato da tempo e in compenso ci troviamo di fronte all’ennesima lista di proscrizione». Daniele Capezzone invece parla di stillicidio: «La politica ha certamente il dovere di essere pulita, e di assumere tutte le contromisure più utili per contrastare efficacemente ogni disonestà e opacità. Su questo non deve esserci il minimo dubbio. Ma, con la stessa chiarezza, va pronunciato un netto "no" a qualunque tentativo di delegittimazione complessiva della politica, che sembra in atto per la solita via mediatico-giudiziaria».
I magistrati perugini Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi dovranno ora chiarire se gli "uomini della lista" abbiano avuto lo stesso "trattamento" ottenuto da coloro che sono già stati tirati in ballo da Zampolini: Scajola, Lunardi, il generale della Gdf Pittorru e, per ultimo, il capo della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture, Ercole Incalza.
Il giro di soldi, utilizzato secondo l'accusa per compensare i funzionari pubblici che favorirono le aziende della cricca negli appalti, supererebbe così i
tre milioni di euro finora scoperti su un conto della Deutsche Banke intestato a Zampolini. Nei prossimi giorni, con ulteriori accertamenti svolti dalla guardia di Finanza su una serie di operazioni sospette e sui conti correnti degli indagati la procura cercherà di dimostrare che il denaro sia servito come forma di "compensazione".

Ora addio a riforme di emergenza

La soluzione del processo per CORRUZIONE a carico dell'avvocato Mills sembrava dipendere, in larga misura, dalla risposta che, in diritto, si riteneva di dare a due questioni interpretative delle norme che prevedono i delitti di CORRUZIONE. Prima questione. Costituisce opinione pacifica che il reato di CORRUZIONE si realizzi gia' con la promessa di denaro od altra utilita' da parte del privato e l'accettazione della stessa da parte del pubblico ufficiale, cioe' con la stipulazione del patto criminoso, essendo irrilevante che alla promessa segua la dazione. Problema: che cosa accade, tuttavia, quando all'accordo segue invece, nei fatti, la dazione? A questo problema sono state date due risposte: secondo un'interpretazione minoritaria il reato rimarrebbe «consumato» al momento della promessa fatta ed accettata; secondo l'interpretazione prevalente, la consumazione si sposterebbe invece al momento della dazione, e soltanto da allora comincerebbe a decorrere la prescrizione. Seconda questione. Sotto il profilo della CORRUZIONE in atti giudiziari (reato molto piu' grave della CORRUZIONE base prevista dall'articolo 319 codice penale: pena della reclusione da tre ad otto anni in luogo di quella da due a cinque anni), rileva soltanto la CORRUZIONE «antecedente», cioe' la promessa o la dazione di denaro od altra utilita' fatta perche' il pubblico ufficiale compia in futuro un atto che favorisca o danneggi una parte in un processo, ovvero, anche, la CORRUZIONE «susseguente», cioe' la promessa o la dazione riferita a un atto gia' commesso dal pubblico ufficiale? Si tratta di un problema sulla cui soluzione vi e' divergenza, poiche' a causa di una formulazione infelice della norma che prevede il delitto di CORRUZIONE in atti giudiziari entrambe le interpretazioni possono essere ragionevolmente prospettate. Eppure, dalla risposta dipendono conseguenze pratiche rilevantissime: nel caso si accettasse la seconda interpretazione, infatti, la CORRUZIONE susseguente, anche se commessa con riferimento ad un atto giudiziario, dovrebbe essere considerata CORRUZIONE base, punita con una pena molto piu' bassa, e prescrivibile in tempi molto piu' rapidi. Entrambe le questioni erano rilevanti nel processo Mills, poiche' la CORRUZIONE contestata all'avvocato inglese era sicuramente susseguente, e perche' la dazione si era «perfezionata» nel 2000, mentre la promessa era sicuramente anteriore, risalente quantomeno al 1999. Pertanto, se le Sezioni Unite della Cassazione avessero individuato il momento consumativo del reato in quello della promessa e, soprattutto, se avessero sostenuto che la CORRUZIONE susseguente doveva comunque essere classificata come CORRUZIONE base, il reato avrebbe dovuto essere considerato prescritto. In effetti, le Sezioni Unite hanno dichiarato il reato contestato a Mills prescritto. La ragione della prescrizione, a quanto si e' appreso, e' stata, tuttavia, individuata nella circostanza che si e' ritenuto che il reato si sia consumato nel momento (fine 1999) in cui i denari (secondo quanto sostenuto da Mills in una lettera e nella sua prima confessione) sarebbero stati messi a disposizione dell'imputato sul conto di una societa' che faceva capo, fra gli altri, a lui, e non, come avevano sostenuto i giudici di merito, il 29 febbraio 2000, momento in cui egli acquisi' la diretta disponibilita' dei 600 mila dollari intestandosi quote di pari valore del Torrey Global Fund. Par di capire, dunque, due cose. Che la Cassazione abbia (giustamente) ritenuto che la CORRUZIONE, quando c'e' dazione del denaro, si consumi al momento della stessa; che abbia, tuttavia, considerato come «dazione» la messa a disposizione su di un conto e non la (successiva) effettiva acquisizione del denaro tramite l'intestazione delle quote del menzionato fondo monetario. Che essa abbia, comunque, ritenuto che il fatto, ancorche' di CORRUZIONE «susseguente», fosse qualificabile come CORRUZIONE in atti giudiziari: prescrizione decennale comunque superata dal decorso del tempo. La lettura della motivazione della sentenza consentira', quando essa sara' depositata, di verificare quale sia stato, effettivamente, l'insieme dei ragionamenti seguiti dalla Corte. E, soprattutto, di valutare il peso e la ragionevolezza dell'argomentazione giuridica compiuta. Al momento e', soltanto, possibile prendere atto della risposta di fondo data alle questioni giuridiche che erano sul tappeto. Ed e' possibile indicare, comunque, le conseguenze giuridiche e politiche che la decisione presa avra' nei confronti di Berlusconi, imputato come corruttore nello stesso processo in cui l'avvocato Mills figurava come corrotto, e la cui posizione era stata stralciata in ottemperanza del lodo Alfano, approvato dal Parlamento, ma annullato, perche' illegittimo, dalla Corte Costituzionale. Il reato, giudicato prescritto con riferimento a Mills, non potra' che essere considerato tale anche con riferimento a Berlusconi. La giustizia, bene o male, ha seguito il suo corso, ed e' giunta, nel caso di specie, al suo epilogo con un giudizio di acquisita prescrizione. La prescrizione esprime, sempre, un fallimento per la giustizia. Speriamo che, quantomeno, nel caso di specie la decisione presa serva a stemperare le tensioni ed a consentire che vengano abbandonati provvedimenti infausti quali il processo breve, il legittimo impedimento, le guarentigie per ministri ed alte cariche dello Stato, e via dicendo.

PAOLONI

Concia, nuovi imprenditori indagati

Pagata l’Agenzia delle entrate per evitare i controlli Perquisite aziende vicentine. L'accusa è corruzione

VICENZA - Fa un passo avanti l’inchiesta sulle conce del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Vicenza. Le fiamme gialle, nell’ultima settimana, hanno perquisito alcune note aziende, del settore conciario e non solo, nell’ambito del filone di indagine che riguarda la corruzione - concussione. Secondo l’ipotesi d’accusa gli imprenditori, a cui è stato notificato l’avviso di garanzia con l’accusa di corruzione, avrebbero pagato generose mazzette all’Agenzia delle Entrate, già finita nell’inchiesta, per eludere o ammorbidire i controlli. I finanzieri hanno acquisito documenti e file utili agli accertamenti al gruppo «La Veneta» di Franco Piran a cui vengono contestati tre episodi nel 2008: avrebbe pagato, secondo l’ipotesi d’accusa della procura vicentina, tangenti tra i 10 mila e i 15 mila euro, in tre diverse occasioni, ai funzionari dell’Agenzia delle Entrate per chiudere un occhio, o forse anche due, su una verifica che era già in corso nel gruppo. Destinatari delle mazzette, sono stati l’ex dirigente dell’Agenzia 2 Roberto Soraci e i funzionari Roberto Segantini e Claudio Dal Monte, tutti finiti nell’indagine sulla corruzione dell’inchiesta Dirty Leather. Avrebbero oliato i funzionari - che ascoltati dai finanzieri e dal pm Marco Peraro avevano ammesso alcuni episodi - anche i Conterno, della Marmo Favorita Spa di Lonigo.

In una sola occasione però, a quanto sembra. L’ipotesi d’accusa è quella di corruzione. Ma sembra che non siano le uniche imprese che hanno ricevuto la visita dei finanzieri. Sembra possa esserci anche il coinvolgimento che di un grossa impresa di costruzioni e di un altro importante gruppo nel settore della concia. L’inchiesta Dirty Leather (pelle sporca) non solo aveva smascherato un sistema consolidato di frodi e false fatturazioni che coinvolgeva una buona fetta delle imprese del distretto di Arzignano,maaveva appurato come questa economia di carta fosse stata coperta da un giro di mazzette che, a seconda dei casi, servivano ad oliare l’ex comandante della guardia di finanza di Arzignano Luigi Giovine, che in cambio prometteva protezione da possibili verifiche dei colleghi, ma anche dell’Agenzia delle Entrate. Quest’ultima è finita nel vortice dell’indagine sulle conce dopo l’interrogatorio del faccendiere Andrea Ghiotto e del consulente Marcello Sedda. Con il coinvolgimento dell’ente di controllo la maxi indagine coordinata dal procuratore capo Ivano Nelson Salvarani e dal sostituto procuratore Marco Peraro aveva subito un effetto domino. Non solo aziende conciarie, ma realtà merceologiche ed economiche dei più svariati settori, potenzialmente avrebbero potuto aver messo mano al conto per coprire qualche conto. Sospetti che sembrano aver trovato conferma, almeno in ipotesi d’accusa, e che si sono allargati a macchia d’olio anche sugli studi commercialisti. Secondo gli elementi emersi durante i numerosi interrogatori, erano i professionisti a fare da tramite tra funzionari infedeli e gli imprenditori che avevano bisogno di coprire le irregolarità, a volte anche nell’ordine di diversi milioni.

Dal Corriere della sera il 13 maggio 2010

Marco Ambrosi

Corriere della sera Bottausci- Bachiorri

Propaganda Fide, le case del Vaticano
e la rete di Balducci

Proprietà di gran pregio nel quadrilatero più ambito della città. Affitti e lavori su patrimonio da 9 miliardi

ROMA — È un destino che la storia di Propaganda Fide, sin dall’inizio si intrecci con una storia di immobili, di rivalità di architetti, di lavori edilizi. «Corrisponde medesimamente sulla detta piazza questo gran Collegio, il quale ebbe principio l'anno 1622 per provvedere ai bisogni e dilatazione della FedeCattolica... fu eretto qui il collegio col disegno del Bernini... Fu dipoi terminata la fabbrica dal Borromini». Ma i tempi cambiano e da Bernini e Borromini siamo oggi al provveditore Angelo Balducci, che della Congregazione è stato consultore fino al 10 marzo scorso, e al costruttore Diego Anemone.

Tutto il centro storico di Roma — al di là delle sedi extraterritoriali — conta vaste proprietà immobiliari del Vaticano che fanno capo sia alla Congregazione di Propaganda Fide sia all’Apsa, il patrimonio della Sede Apostolica. Ma è soprattutto Propaganda Fide a fare la parte del leone con proprietà di gran pregio che insistono nel quadrilatero più ambito del cuore della città e che secondo alcune stime è valutato (al netto delle recenti rivalutazioni del mercato) intorno ai 9 miliardi di euro. Due circostanze hanno messo «in moto» una «gestione» economica fino allora molto sonnolenta delle case, dei negozi (e altri esercizi commerciali che sono in affitto negli immobili della Congregazione) e dei palazzi: la fine del regime dell’equo canone e i lavori per il grande Giubileo del 2000. Ciò avviene quando Crescenzio Sepe, Segretario generale dell’Anno Santo, viene nominato, Prefetto di Propaganda Fide, cioè «papa rosso»: rosso perché cardinale, e papa perché ha potere sulle terre di missione, in sostanza sulle Chiese dell´Africa e dell´Asia.

Quanto agli immobili sono due le strategie perseguite dall’inizio del decennio. Primo: un certo numero di sfratti «per finita locazione» ai vecchi inquilini che abitavano in case che necessitavano di importanti opere di ristrutturazione. «Ci sono state anche delle cause intentate dagli inquilini contro gli sfratti», afferma Mario Staderini segretario dei Radicali italiani, «perché non sono avvenuti per morosità, a via Giulia, vicino piazza Farnese, vicino a Santa Maria Maggiore». C’è stata poi la messa a reddito con la collocazione, spesso a vip, degli immobili, magari dopo le ristrutturazioni effettuate delle aziende di Diego Anemone (che di molte case e palazzi di Propaganda ha gestito la manutenzione come ha diligentemente annotato nella sua lista). Del resto, numerosi palazzi di Propaganda Fide si «irradiano a raggiera» da piazza di Spagna per via di Propaganda, via della Vite, via Gregoriana, via Sistina, via Condotti, la salita di San Sebastianello, via Sant'Andrea delle Fratte, via della Mercede.

Cesara Buonamici, conduttrice del Tg5 ha spiegato cosa è successo nel suo caso: «Sono affittuaria dell'appartamento in via della Vite dal 2003. L'appartamento è di proprietà di Propaganda Fide, pertanto i lavori di ristrutturazione non sono stati commissionati dalla sottoscritta, ma dall'ente, prima del mio ingresso». Stessa situazione per l'ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio che vive in via Sistina. Nel caso di Bruno Vespa (altro affittuario di Propaganda Fide) invece i lavori di ristrutturazione sono stati fatti direttamente da lui (e infatti il suo nome non compare nella lista di Anemone). Altri immobili sono stati venduti, come quello di via dei Prefetti, all’ex ministro Lunardi. E’ un dato di fatto che con l’arrivo di papa Ratzinger Propaganda Fide abbia subìto una brusca virata. Nel 2006 è stato nominato «papa rosso» l’arcivescovo di Bombay, Ivan Dias, lontano dai «giri romani».

M. Antonietta Calabrò
16 maggio 2010

Voto di scambio, perquisite sedi Pdl
e Udeur a Casal di Principe: 5 indagati

Martinelli già festeggia la rielezione a sindaco. E' sostenuto da liste civiche centrosinistra e dall'Udeur

CASERTA (19 aprile) - Perquisizioni nelle sedi del Pdl e dell'Udeur di Casal di Principe, il comune del Casertano ritenuto roccaforte del clan dei Casalesi dove si è votato per il rinnovo dell'amministrazione cittadina. L'inchiesta riguarda presunti episodi di voto di scambio. Sul posto anche i pm della dda Antonello Ardituro e Francesco Curcio che coordinano le indagini.

Le perquisizioni - dieci i decreti emessi - sono scattate nel primo pomeriggio di oggi, mentre si chiudevano le urne. I carabinieri sono giunti nelle sedi dell'Udeur di via Venticale e del Pdl al Corso, nel comune di Casl di Principe perquisito anche l'ufficio di un assessore uscente, e le abitazioni di alcuni politici. Tra i reati ipotizzati lo scambio elettorale politico-mafioso.

Sono cinque gli avvisi di garanzia notificati in giornata: destinatari un esponente del Pdl e suo fratello e tre esponenti dell'Udeur.

Controlli su spoglio schede. Lo spoglio delle schede viene seguito in tutte le 16 sezioni della città con particolare attenzione dalla forze dell'ordine, secondo un piano stabilito durante un vertice del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto, Ezio Monaco.

Martinelli già festeggia: sono stato eletto. Mentre ancora si procede allo sposglio Martinelli festeggia: «Sono soddisfatto. Sarà un'esperienza bellissima e di impegno per lo sviluppo e la legalità». Pasquale Martinelli già festeggia a Casal di Principe (al primo turno) la rielezione a sindaco. «Mi dicono che ho già avuto oltre il 60 per cento delle preferenze riprenderò il mio lavoro di sindaco da dove è stato interrotto nel 2002». Martinelli, sostenuto da alcune liste civiche di centrosinistra (il Pd non ha presentato il simbolo) e dall'Udeur, è già stato sindaco dal 2000 al 2002. Sulle perquisizioni odierne: «Non ho nulla da temere mi ha sostenuto la gente e ne sono felice».

Corriere della sera